Anne Brigman (1869–1950), fotografa attiva tra il 1900 ed il 1920.
Qualche giorno fa una mia giovane amica e bravissima fotografa, spesso autoritrattista, mi ha chiesto chi conoscessi come autoportraitiste, oltre Francesca Woodman.
Sull’immediato le ho nominato Cindy Sherman, Claude Cahun, Nan Goldin (e come pittori Frida Kalho e Giorgio de Chirico). Ho dimenticato Sophie Calle, che però si colloca a metà tra la fotografa e la performer.
Dopo pochi giorni, leggendo un bel libro di Federica Muscarelli, “Il corpo e l’azione” ho scoperto la progenitrice delle autoportraitiste fotografiche, Anne Brigman, anche se in merito ho qualche riserva.
Non l’avevo mai sentita nominare, eppure è stata una artista importantissima, espose la prima volta nel 1902 al Salone di Los Angeles, dove una sua foto fu scelta e pubblicata dalla rivista Camera Craft. L’anno succesivo al salone di San Francisco riportò un successo tale che aprì uno studio di insegnamento a Berkeley che attirò molti colleghi universitari.
Le sue fotografie ritraevano soprattutto lei o sua sorella, quasi sempre dei nudi ambientati tra le montagne californiane, immerse nella natura.
Foto assolutamente poetiche, scattate secondo lo stile del pittorialismo, in cui la figura femminile viene quasi divinizzata. Proprio per questo ho alcune riserve a definirla autoritrattista, in quanto usa la sua immagine come quella di una modella. A dire il vero diceva lo stesso la Woodman, ma è evidente, vedendo le sue foto, che era un modo per schermirsi.
Per una critica di ciò che ha significato all’epoca vi rimando al libro che ho citato e alle numerose fonti su internet. 
Qui un link ad uno dei tanti video che parlano (inglese) di lei.
Back to Top